Il 7 marzo 2014 la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il decreto «Modelli di libretto di impianto per la climatizzazione e di rapporto di efficienza energetica di cui al DPR n. 74/2013». Il Decreto prevede l’obbligo di redigere il nuovo libretto di impianto per tutti i sistemi di climatizzazione, estiva e invernale; deve essere compilato per qualsiasi potenza e deve essere tenuto a cura del responsabile dell’impianto.
In che cosa consiste la novita’ del trattamento acqua?
Il nuovo libretto d’impianto prevede due parti sull’argomento:
La parte 2 dell’All.1 riguarda il trattamento dell’acqua ed è suddivisa in 3 parti:
Questa parte va compilata a cura dell’installatore e richiede di indicare alcune caratteristiche e parametri dei circuiti acqua; in alcuni casi, sono richiesti dei controlli analitici dell’acqua.
La parte 14.4 dell’All.1 del libretto, che va compilata dal responsabile impianto o eventuale terzo responsabile, chiede di dichiarare il consumo di prodotti chimici per il trattamento acqua del circuito dell’impianto termico.
Va indicato il volume d’acqua contenuta nel circuito chiuso dell’impianto di riscaldamento, espressa in m3 (ossia migliaia di litri). Questo dato è solitamente reperibile da progetto nel caso di impianti di grandi dimensioni (condomini, edifici commerciali), mentre è difficile che lo sia in caso di impianti autonomi.
Impianti di grandi dimensioni:
se non è disponibile il dato di progetto, si può stimare il volume approssimativo verificando la potenza fornita della caldaia ed applicando la seguente formula:
kW utili della caldaia x 12 = litri acqua,
dove kW utili = valore di potenza di targa in kW x 0,8
La formula fornisce risultati tanto più precisi tanto più è elevata la potenza della caldaia.
Impianti autonomi:
ove possibile, è consigliabile effettuare uno svuotamento completo dell’impianto assistiti da un conta-litri, seguito da riempimento con acqua pulita di rete: oltre a ricavare il volume preciso, che permette di dosare correttamente il condizionante chimico, si otterrà il vantaggio di eliminare le particelle eventualmente circolanti nell’acqua, come fase preliminare di un lavaggio chimico.
Se lo svuotamento non è possibile, il contenuto d’acqua si può ricavare se è noto il contenuto di ciascun elemento radiante e moltiplicando per il numero di elementi, aggiungendo infine il volume del vaso d’espansione e il contenuto d’acqua stimato delle tubazioni.
Se anche questi dati non sono noti, si può effettuare un calcolo approssimativo con la formula:
contenuto d’acqua in litri = potenza caldaia in kW x 6
Va anche tenuto conto del serbatoio di accumulo, che può aggiungere parecchi litri alla capacità di un impianto.
Va indicata la durezza totale dell’acqua di riempimento impianto (rete idrica o pozzo), espressa in gradi francesi (°f).
Che cos’è la durezza totale dell’acqua?
E’ la somma del contenuto di ioni calcio (Ca) + ioni magnesio (Mg) sciolti nell’acqua. 1°f equivale a 10 ppm (parti per milione = milligrammi/litro), quindi un’acqua di durezza 30°f conterrà 300 milligrammi per litro di ioni Ca e Mg. Nelle acque italiane, il calcio prevale nettamente sul magnesio.
Perché ne viene richiesta la rilevazione?
La durezza dell’acqua, quando questa viene portata ad alta temperatura (indicativamente maggiore di 60°C), tende a formare incrostazioni di carbonato di calcio (= calcare), un sale solido e compatto di conducibilità termica circa 100 volte inferiore a quella di un metallo come l’acciaio.
Nel circuito di riscaldamento il calcare si deposita soprattutto sullo scambiatore della caldaia, riducendo lo scambio termico e peggiorando il rendimento della caldaia stessa (anche del 4-5%), aumentando così il costo della bolletta energetica per l’utente. Inoltre manda in blocco la caldaia causando fermate e rotture premature di parti. Nell’impianto ACS, il calcare danneggia lavatrici, lavastoviglie e bollitori, depositandosi nelle tubazioni, ostruendole progressivamente e causando perdita di portata dell’acqua alle utenze.
La durezza dell’acqua di riempimento, oltre ad essere un’utile indicazione del suo potenziale incrostante, determina se per l’impianto sono prescritte apparecchiature atte a ridurre il rischio di incrostazioni, secondo il DPR. 59/09, Art. 4 comma 14, che prescrive con riferimento alla norma tecnica UNI 8065:
per impianti di potenza nominale del focolare complessiva compresa tra 100 e 350 kW, un trattamento di addolcimento
per gli impianti di potenza maggiore di 350 kW, un filtro di sicurezza (consigliabile comunque in tutti casi) e, se l’acqua ha una durezza totale maggiore di 15° f, un addolcitore.
Tali indicazioni valgono:
in assenza di produzione di ACS e in presenza di acqua di alimentazione dell'impianto con durezza temporanea ≥ 25 °f;
in caso di produzione di ACS in presenza di acqua di alimentazione dell'impianto con durezza temporanea > 15 °f
Come si misura la durezza dell’acqua?
Mediante appositi kit disponibili sul mercato, che utilizzano metodi cosiddetti “di titolazione”: si osserva l’avvenuto viraggio di colore dell’acqua in base al numero di gocce di un apposito reagente immesse in un suo campione: ogni goccia rappresenta 1°f. Allo scopo, Sentinel mette a disposizione presso i rivenditori il suo Test Kit DUREZZA ACQUA.
L’installatore deve spuntare una o più caselle corrispondenti ai seguenti trattamenti:
□Filtrazione □Addolcimento □Condizionamento chimico (= presenza di inibitore)
oppure spuntare la casella indicante assenza di trattamento.
Filtrazione: è richiesta la segnalazione della presenza o no di un filtro sul circuito acqua primaria.
Addolcimento: oltre all’indicazione della presenza o no di impianto di addolcimento, è anche richiesta l’indicazione della durezza dell’acqua, misurata su un campione prelevato all’uscita dell’addolcitore.
Il metodo di misura è lo stesso indicato al punto precedente.
Condizionamento chimico: è richiesta l’indicazione della presenza o no di un inibitore nell’acqua d’impianto. Questo punto è molto importante, in quanto il DPR 59/09 e la norma UNI 8065 prescrivono l’obbligatorietà del condizionamento chimico dell’acqua:
ART 6.1 Impianto di riscaldamento ad acqua calda. Per tutti gli impianti è necessario prevedere un condizionamento chimico
Oltre ad essere prescritto dalla normativa e dalla legge, il trattamento con inibitore è assolutamente necessario per controllare l’azione incrostante e corrosiva dell’acqua, evitando formazione di calcare e fanghi, cattiva circolazione dell’acqua con presenza di zone fredde nei corpi scaldanti, cali di rendimento con aumento dei costi energetici, guasti precoci degli elementi dell’impianto ormai non più coperti dalla garanzia se in assenza di trattamento chimico.
Sentinel offre il suo collaudatissimo inibitore SENTINEL X100, prodotto universale che protegge dalle incrostazioni e dalle corrosioni tutti i metalli dell’impianto, compreso l’alluminio. Negli impianti autonomi è sempre consigliabile installare un filtro fisico come Eliminator che intercetti le particelle in circolazione.
La parte 2.3 richiede inoltre di indicare se nell’impianto è prevista la protezione dell’acqua dal congelamento. Ricordiamo che l’acqua cresce in volume quando ghiaccia e questo aumento, costretto in uno spazio limitato, causa un forte aumento di pressione che porta inevitabilmente alla rottura degli impianti.
Viene poi richiesto di specificare il tipo di prodotto antigelo presente (glicole etilenico e propilenico), la sua concentrazione e il pH dell’acqua d’impianto.
Tipo di glicole presente:
Il glicole propilenico è oggi preferito dai produttori perché, pur essendo un po’ più costoso, non è classificato come tossico come il glicole etilenico. I prodotti antigelo in commercio contengono nella composizione anche inibitori, che ne prolungano la vita rallentandone il degrado. Sentinel ha nella sua gamma l’antigelo con inibitore SENTINEL X500, che è ad effetto permanente, ossia non va mai sostituito se l’impianto non viene svuotato; inoltre, i suoi inibitori proteggono dalla corrosione ferro, rame, alluminio e loro leghe.
Percentuale di glicole presente:
Va espressa in percentuale sul volume di acqua complessivo dell’impianto. La misurazione va fatta con l’uso di rifrattometri, strumenti che determinano la % di antigelo in base alla deviazione subita da un raggio luminoso al passaggio attraverso un campione d’acqua additivata di glicole. Un rifrattometro è contenuto nel Sentinel SolarCheck Test Kit.
pH dell’acqua d’impianto:
Come noto, il pH è un numero variabile da 0 a 14 ed indica la neutralità (pH=7), acidità (meno di 7) o l’alcalinità (più di 7) di un’acqua, additivata o no. Nel caso di acqua additivata con antigelo, questa misura permette di capire se l’antigelo si è degradato al tal punto da abbassare il pH dell’acqua dell’impianto a valori di potenziale corrosività. La misurazione si può effettuare con cartine al tornasole oppure, per ottenere valori più precisi, con appositi pH-metri. Ricordiamo che la norma UNI 8065 prescrive che il pH dell’acqua dell’impianto sia almeno 7, inoltre anche minore di 8 in caso di presenza di componenti in alluminio.
L’installatore deve spuntare una o più caselle corrispondenti ai seguenti trattamenti:
oppure spuntare la casella indicante assenza di trattamento.
Filtrazione: è richiesta la segnalazione della presenza o no di un filtro sul circuito acqua primaria.
Addolcimento: oltre all’indicazione della presenza o no di impianto di addolcimento, è anche richiesta l’indicazione della durezza dell’acqua, misurata su un campione prelevato all’uscita dell’addolcitore. Il metodo di misura è lo stesso indicato al punto precedente.
Condizionamento chimico: è richiesta l’indicazione della presenza o no di un trattamento chimico dell’ACS, ossia di un dispositivo dosatore di polifosfati.
L’installatore deve innanzitutto indicare il tipo di circuito di raffreddamento (con o senza recupero termico parziale o totale) e l’origine dell’acqua di alimento (rete idrica, pozzo o acqua superficiale).
Poi vanno indicati gli eventuali trattamenti dell’acqua esistenti: filtrazione, trattamenti fisici come addolcimento, osmosi, eccetera e condizionamenti chimici con inibitori.
Infine, sono richiesti alcuni dati operativi della torre di raffreddamento, che implicano misure di conducibilità elettrica dell’acqua in ingresso e in impianto. La conducibilità è direttamente proporzionale al contenuto di sali nell’acqua, che occorre controllare per non avere incrostazioni e fanghi nell’impianto di raffreddamento. Per questa misurazione va utilizzato un conduttivimetro portatile, in grado di fornire misure sufficientemente precise per gli scopi del libretto d’impianto. Sentinel mette a disposizione un conduttivimetro portatile contenuto nel suo JETFLUSH TEST KIT.
Questa parte è costituita da una tabella dove vanno annotati i consumi di prodotti chimici per il trattamento dell’acqua degli impianti esaminati. Nel caso dell’impianto di riscaldamento, che è un circuito chiuso, andrà indicata nella casella “Quantità consumata” l’effettiva quantità di prodotto immessa nel circuito in litri, oppure, se il dato non è conosciuto, il dosaggio in percentuale del contenuto d’acqua.
Ad esempio:
Esercizio - scrivere: 2014-15
Tipo di circuito - spuntare: Circuito impianto termico
Nome prodotto - scrivere: SENTINEL X100
Quantità consumata - scrivere: 1
Unità di misura - scrivere: %
Installare una soluzione contro la durezza dell’acqua permette di risparmiare sulle bollette e prolungare la vita dei componenti a un costo inferiore a quello di un intervento di riparazione:
Proteggere l’acqua con un inibitore appropriato e di buona qualità è un obbligo di legge e previene la corrosione, aumenta la resa termica limitando i consumi ed evita guasti allo scambiatore e alla pompa della caldaia;
La garanzia della caldaia non sarà valida se l’acqua non è stata trattata a norma di legge, e con i nuovi sofisticati modelli l’acqua contaminata può provocare danni anche in soli sei mesi, quindi in caso di impianto sporco converrà anche effettuare un lavaggio per non dover buttar via una costosa caldaia seminuova;
Un semplice test può verificare il corretto dosaggio di inibitore nell’impianto, che può essere rabboccato con poca spesa se si tratta di un prodotto di buona qualità che quindi rimane efficace nel tempo.
La compilazione del Libretto è un obbligo in più e rappresenta un costo in più per il cliente finale: facciamo in modo che diventi un’opportunità, spiegando al cliente, nei semplici punti che abbiamo elencato al paragrafo precedente, che una piccola spesa fatta al momento del controllo può risparmiare il costo di intervento su guasti molto più gravi e alleggerire di molto la bolletta. Sentinel tiene periodicamente incontri formativi in cui illustra tutte queste tematiche e mette a disposizione strumenti per comunicare al cliente questi fatti, sostanziai da prove di laboratorio e test di enti indipendenti.
Scaricate l’opuscolo rivolto al cliente per motivare i risparmi ottenibili con la giusta manutenzione: Un Fatto.
Tenete a portata di mano le istruzioni per la compilazione della parte Trattamento Acqua del Libretto con la guida in formato stampabile: Compilazione Libretto Impianto
Sentinel si prefigge un obiettivo ben chiaro: offrire prodotti e servizi per il trattamento dell'acqua che garantiscano la migliore protezione nel tempo agli impianti di riscaldamento e di produzione di acqua calda. Fondata nel 1988 nel Regno Unito da Grace Dearborn, poi filiale della multinazionale General Electric, dal 2005 Sentinel opera in modo indipendente con una sempre crescente presenza internazionale e una gamma di soluzioni innovative in evoluzione. Dal 2021 Sentinel è di proprietà di Aalberts N.V. all’interno della divisione Hydronic Flow Control.